Carla... “stomizzata” senza “stomia”

Premetto che non ho mai raccontato completamente la “nostra” storia familiare, né scritto mai nulla sull’argomento.
 
Tutto cominciò all’inizio estate dell’anno in cui io... avevo deciso di sposarmi.
Iniziò con una febbre che non accennava ad andare via... probabilmente c’era una infiammazione in atto, al che il dottore di famiglia decise di far ricoverare mio padre e fare degli esami approfonditi, non si riusciva a capire perché la febbre si prolungasse così a lungo.
 
Essendo la figlia più giovane, e vivendo ancora in casa con i miei genitori, mi fu affidato il negozio che mia madre gestiva che a quel punto dovevo condurre io con mia sorella che, essendo sposata e avendo una figlia piccola, veniva ad aiutarmi appena poteva e stava con me perché nostra madre doveva essere sempre in ospedale con mio padre.
Dal momento che i giorni di degenza in clinica si allungavano, si decise di prendere una camera con due letti, a pagamento, tutta per loro e favorire l'assistenza di mia madre verso mio padre.
 
Dopo vari esami, radiografie, ecografie, si arrivò a scoprire una macchia all’interno dell’intestino e le notizie che mi arrivavano dall'ospedale non erano mai chiare facendoci temere il peggio. 
I medici, dopo svariati giorni, in base agli esiti degli esami, decisero di operare d’urgenza trovando una brutta infezione. Rpulirono tutto dal pus che si era formato e poi fecero una biopsia, e da una iniziale diverticolite... si era passati al “morbo di Chron”... che portò inevitabilmente ad una deviazione del colon temporanea dicendo che in futuro sarebbe stato possibile essere ricollegato. Cosa mai avvenuta.
Così mio padre si svegliò con il sacchetto. 
Né lui né noi sapevamo nulla al riguardo e quando mio fratello chiese qualche notizia, le risposte non furono molto esaurienti.
Non esisteva internet, né stomaterapisti di cui leggo oggi...
 
Nel frattempo, erano passati già diversi mesi, la data delle mie nozze si avvicinava ma mio padre, anche se era tornato a casa, era deperito, debole e depresso fino a convincersi che presto sarebbe arrivata "la sua fine", era convinto che noi mentivamo sulle sue condizioni e che non avrebbe superato i mesi a venire. 
Si può immaginare in che stato d’animo fossimo tutti. I medici ci dissero che con il tempo sarebbe andato a migliorare, ma che doveva convivere con la sua nuova condizione, mai accettata. Mia madre gli è sempre stata al fianco senza lascialo mai solo... 
Anche il giorno che mi sono sposata, fu mio fratello ad accompagnarmi all’altare... mio padre mi vide vestita da sposa dal suo letto, non avrebbe potuto assolutamente accompagnarmi lui... non ce la poteva fare.
Non ho pensato neanche di spostare la data, conoscendolo, sarebbe stato lo stesso anche dopo.
 
Per lui la vita è cambiata, negli anni si è sempre sentito a disagio sia con altre persone che quando doveva uscire di casa finendo, e nel tempo, ad isolarsi anche se in il suo carattere di per sè chiuso non ha aiutato avendo la sua parte di colpa...
 
C’è voluto molto tempo per capire che la vita poteva continuare anche con “quel sacchetto” ma quanta fatica far tutto da soli, senza nessuna guida, senza poter parlare con nessuno che avesse il suo stesso problema. La figura dello stomaterapista...mai vista!
 
Oggi sono io che cerco di tenermi un po’ aggiornata seguendo associazioni ... riviste e siti internet che riguardano questo “settore ”... anche perché so che potrebbe esserci una “familiarità” e quindi essere io stessa a “rischio”...
 
Era il 1987... e da allora io e mio padre abbiamo in comune la sua... stomia e... il mio matrimonio... 
Anche ora lui stesso dice che... non pensava affatto di arrivare a questo nuovo anno e invece... è ancora con noi!!
 
Un cordiale saluto...
Carla